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Dichiarazioni fiscali: UFFICIO COMPLICAZIONI AFFARI SEMPLICI
02.05.2021 11:47320
E’ LA DIFFERENZA TRA IL NUMERO DI PAGINE DELLE ISTRUZIONI DI UNA DICHIARAZIONE DEI REDDITI DEL 1993 E QUELLA DEL 2021
Io me lo ricordo quando iniziai questa professione, era il 09 giugno 1990, il giorno del mio ventitreesimo compleanno, mio cugino mi chiamò a lavorare nel suo studio e subito m’imbattei nel periodo migliore di uno studio professionale di commercialisti e consulenti del lavoro, la stagione dei dichiarativi. Allora non c’erano software, non c’erano computer, tranne i due Nixdorf dello studio che occupavano un salone intero, usavano dei dischi simili a 33 giri e che costavano quanto un appartamento di fascia media a Palermo.
L’A.d.E. non esisteva, c’era l’Ufficio delle Imposte Dirette, si andava in comune a ritirare i modelli predisposti dal ministero, ricordo che feci un paio di viaggi e la mia auto carica zeppa di modelli per le persone fisiche, le società di persone le società di capitali, poi ci si riuniva per leggere le poche pagine d’istruzione, si dibatteva e si studiavano tutti i passaggi, quindi i modelli venivano aperti e noi ragazzi di studio (in tutto eravamo una trentina, giovani e di belle speranze) dopo averli pinzati con le mollette, mettevamo in mezzo dei fogli di carta carbone e si cominciava a riportare i dati dai registri che manualmente durante l’anno avevamo compilato.
Sono passati 31 anni, il mondo si è evoluto, tutto si è semplificato e velocizzato, i computer di oggi, oltre a costare molto meno di allora sono più veloci di un miliardesimo di volte rispetto a prima, c’è internet, tutto il mondo è a portata di mano ma…
Il sistema burocratico italiano in questi trent’anni è cresciuto anche lui in modo elefantesco, annullando tutti i progressi scientifici che dovevano semplificare la vita, non c’è più l’ufficio delle imposte dirette, adesso c’è l’A.d.E. ma sicuramente stavamo meglio quando stavamo peggio.
Lo spunto dell’approfondimento di oggi nasce dopo che in studio abbiamo analizzato i nuovi modelli delle dichiarazioni dei redditi ed abbiamo scoperto che solo per compilare il quadro RU delle dichiarazioni (quello relativo ai crediti d’imposta) bisogna studiare ben 64 pagine (si sessantaquattro, avete letto bene) di istruzioni, ma non finisce mica qui, bisogna anche individuare, fra le oltre 100 tipologie di codici identificativi, quelli da utilizzare nel caso specifico, un mostro di burocrazia insomma, un mostro di burocrazia che non ha eguali rispetto alle precedenti dichiarazioni dei redditi, ma soprattutto che è in netto contrasto con quanto previsto sia dallo Statuto dei Contribuenti, ma anche da quanto previsto dalla legge 127/1997 e cioè che Nessun ufficio potrà chiedere dati già noti allo Stato.
Questo principio, perennemente ignorato dai burocrati statali, è oltretutto un perno del nuovo PNRR predisposto dal governo Draghi, in materia di riordino della pubblica amministrazione, due riforme (della Pubblica amministrazione e della giustizia) che valgono, secondo i calcoli del governo, un aumento del Pil nel lungo periodo del 2,7%.
Ora, ci chiediamo giustamente, ma se tutti i bonus, crediti d’imposta, contributi a fondo perduto relativi alle situazioni di pandemia, ai ristori da lockdown, chiusure da zone rosse e via dicendo, sono stati erogati dalle pubbliche amministrazioni, quindi tutti i dati sono già in loro possesso, per quale motivo il cittadino contribuente deve essere obbligato a studiare 64 pagine di astruse ed assurde indicazioni, individuare fra cento e più codici i propri e riportarli nel modello RU, quando gli stessi appunto sono già noti ed in possesso dell’Amministrazione Finanziaria?
A parte che si tratta di somme che non concorrono alla determinazione del reddito, né d'impresa né di lavoro autonomo, e sulle quali nessuna imposta deve essere corrisposta, lo riscriviamo per l’ennesima volta, si tratta inoltre di informazioni che la stessa amministrazione finanziaria ben conosce perché è stata proprio l'Agenzia delle entrate a gestire sia le richieste di contributi, sia la materiale erogazione degli stessi sui conti correnti indicati dai contribuenti.
Per quale assurdo motivo il cittadino deve fornire inutili duplicazioni di dati già in possesso di amministrazioni statali?
Fino a che punto dobbiamo ancora tollerare tutto ciò in silenzio? Fino a che punto il burocrate ministeriale o delle amministrazioni statali, solo perché non ha voglia di schiacciare un bottoncino del suo computer per fare le comparazioni, deve vessare il contribuente a fornire notizie delle quali lui è già in possesso?
Si parla di semplificazioni fiscali da sempre, ma ogni anno le dichiarazioni dei redditi, continuano ad aumentare nel numero dei quadri e dei prospetti da compilare, se vado indietro di trent’anni, posso dirvi passo passo quanti quadri e quanti modelli si compilavano e quanto e di quanto questi siano cresciuti nel corso degli anni, i ministeri, le agenzie funzionano come i gamberi, mentre la scienza e la tecnologia fanno passi avanti enormi, loro fanno sempre passi indietro.
Negli ultimi cinque anni le istruzioni necessarie alla compilazione del modello redditi delle persone fisiche sono aumentate di ben 90 pagine ad un ritmo di oltre venti pagine l’anno nonostante le continue e ripetute promesse di semplificazione dei modelli dichiarativi che, numeri alla mano, non solo non sono state mantenute ma che si sono addirittura rivelate all'esatto contrario di ciò che si stava in realtà facendo.
Sembra proprio che i burocrati sguazzino nelle produzioni di istruzioni e circolari, quasi a voler giustificare la percezione del loro stipendio, ma invece di pensare a come snellire e velocizzare il tutto, amano pontificare e scrivere pagine, pagine e pagine come, per esempio, l’annuale circolare che l'Agenzia delle entrate predispone con l'unica finalità di illustrare le spese che danno diritto alle detrazioni e alle deduzioni dall'imposta sul reddito delle persone fisiche. L'ultima disponibile, la numero 19/e del 8 luglio 2020, si compone di ben 411 pagine!
Dalle nostre stime, sempre per difetto stimiamo che mantenendo costanti le tendenze di crescita, se non si corre velocemente ai ripari, si rischia di trovarsi, fra pochi anni, in presenza di istruzioni alla compilazione dei modelli che potrebbero sfiorare, soprattutto nell'ambito delle persone fisiche, le 500 pagine.
Riportiamo di seguito una tabella sviluppata dal quotidiano Italia Oggi che indica la crescita delle pagine delle dichiarazioni dei redditi dal 2017 al 2021.
Staff di Redazione Palmeristudi
(Riproduzione ©riservata)
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