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Licenziamenti proroga al 21 marzo
31.10.2020 10:46Ritorniamo, dopo il nostro articolo del 04 agosto scorso a parlare di libertà d’impresa.
Il momento è difficile, le notizie si rincorrono, opinioni e pareri di scienziati, virologi, sempre più contrastanti fra di loro non fanno altro che ingenerare ulteriore confusione in un periodo già confuso di suo.
Ma c’è un settore in cui la confusione non può prevalere ed è quello economico di questo paese. Aziende, Lavoratori, Professionisti, Artigiani, Commercianti, Lavoratori dello spettacolo, Artisti etc.. hanno assoluto bisogno di chiarezze e non di improvvisazione.
L’attuale compagine politica che si ritrova “per caso” al governo di questo paese, sembra proprio di non aver compreso questo passaggio fondamentale. Sarà colpa del loro passato che non li ha mai visti al lavoro od occupati, sarà la loro ingenuità politica o la loro voglia di strafare per dimostrare qualcosa, ma ad ogni loro frase detta o provvedimento approvato, i danni in capo alle aziende sono incommensurabili.
Certo il momento non aiuta, certo la crisi mondiale della pandemia non aiuta, ma nemmeno le loro scelte prive di senso aiutano.
Troppo spesso ultimamente ci si dimentica in questo paese di un faro che ci deve indicare la via da seguire, si chiama Costituzione. A volte viene tirata in ballo così solo pour parler, perché fa figo, a volte si dice che è antiquata e deve essere stravolta perché non rappresenta più i tempi moderni, io invece penso che sia la migliore che ci fosse in tutta Europa e che con essa non ci si debba giocare.
I nostri padri costituenti giuristi sopraffini ed uomini appassionati, hanno ponderato e riflettuto nello scrivere le norme che avrebbero disciplinato la vita dei cittadini di questo paese ed ora c’è chi si permette di giocare su questo. Gli americani darebbero la vita per difendere la loro bandiera e la loro costituzione che considerano sacre, noi italiani invece ultimamente stiamo diventando figli di nessuno, dimenticando da cosa è nata quella costituzione e tutti i morti che ci sono stati affinchè quei tre colori sventolino ancora sopra un pennone in libertà.
Non si può giocare con la nostra Costituzione, non si deve, il diritto al lavoro è sacro e va difeso perché contribuisce alla dignità della persona, ma anche il diritto di fare impresa è sacro ed anch’esso è difeso dalla costituzione dall’art.41 ed anch’esso contribuisce alla dignità della persona: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con la utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”
Ed allora smettiamola caro governo di giocare con la Costituzione e di svilirla, non vi è concesso nemmeno in questi tempi difficili.
Se si vuole imporre il divieto di licenziamento fino al 31 marzo, allora indipendentemente dal fatto che ci siano soldi o meno, nel bilancio dello stato, si deve prevedere la cassa integrazione in modo continuativo senza saltare nemmeno una giornata dall’inizio della chiusura del paese al 31 marzo venturo e senza che vi siano, come scritto nel decreto “ristori” oneri a carico delle aziende, senza che avvenga alcuna consultazione sindacale, senza che siano previsti termini decadenziali, ma soprattutto questa Cassa Integrazione Covid deve riguardare tutti i lavoratori a prescindere dalle date di assunzione, non si può penalizzare impresa e lavoratore sol perché siano assunti dopo il 13 luglio è un’ingiustizia oltre che un’ignominia giuridica.
Se ritenete il divieto di licenziamento come un “interesse dello stato” allora lo stato deve corrispondere una prestazione sostitutiva della retribuzione che sia a suo carico per tutto il periodo, non si possono rimbalzare costi e burocrazia sulle aziende. Se lo stato non è in grado di farlo beh allora non può obbligare nessun imprenditore a non licenziare ed esimersi dal pagare la naspi.
Luciano Palmeri
(Riproduzione ©riservata)
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