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Nuova classificazione europea dello stato di inadempienza per le imprese, nei confronti degli istituti di credito

29.11.2020 11:31

 

default  {sostantivo} insolvenza, contumacia, inadempienza. Questo è il risultato nella ricerca sul dizionario, della parola "Default" oggetto del nostro editoriale del fine settimana. 

 


Il nostro editoriale di oggi si incentra infatti sull’analisi del nuovo regolamento Ue n. 171del 19/10/2017, in tema di "Default".
Ma cos’è? Di cosa tratta?

Cari amici, in questo periodo in cui la nostra attenzione è catalizzata esclusivamente dal problema della pandemia e dell’impatto devastante, che essa ha avuto e sta avendo sulle nostre vite e nelle nostre professioni, abbiamo trascurato, anzi la nostra mediocre classe politica, ha trascurato il regolamento dell’Unione Europea che abbiamo citato sopra, regolamento che entrerà in vigore il 01 gennaio 2010 e che avrà un impatto devastante sulle imprese del nostro paese, già martoriate dalla crisi pandemica.
 

Da gennaio, quindi entrerà in vigore la nuova classificazione Ue dello stato di inadempienza delle aziende, nei confronti degli istituti di credito. Definiamo questa situazione come un allarme rosso per le imprese, infatti tra poco più di un mese il rischio default bancario, con tutte le conseguenze annesse diventa realtà e sarà una disgrazia per le già boccheggianti aziende del nostro paese.

Sarà infatti sufficiente avere un arretrato di oltre 90 giorni nei confronti di una banca, superiore all’1% dell’esposizione totale verso l’istituto di credito, per vedersi inserire nella lista dei cattivi pagatori.

 

L’osservatorio di Confesercenti, come affermato dal presidente Patrizia De Luis, ha stimato che l’entrata in vigore di questo regolamento potrebbe portare alla chiusura 42 mila piccole e medie imprese.

Anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli ha lanciato un allarme nei confronti del governo, chiamandolo ad intervenire infatti, sempre secondo Patuelli «le regole pensate prima della pandemia non possono essere fatte valere adesso, come se tutto fosse normale. Ne va della salute non tanto delle banche quanto dell’economia in generale, della vita di tutti noi» infatti, sempre secondo il presidente dell’Abi «le nuove regole comunitarie rappresentano un meccanismo micidiale soprattutto in epoca di pandemia perché chi accusa quel ritardo finisce per essere inserito nella lista dei cattivi pagatori, con tutto quello che ne consegue»

Adesso passiamo all’analisi pratica di cosa cambierà esattamente.

Già, in questo momento, le norme vigenti prevedono l’automatica classificazione in default delle imprese che presentano arretrati di pagamento rilevanti per oltre 90 giorni consecutivi sulle esposizioni aperte nei confronti della propria banca.

Ma nell’applicazione di questo decreto, la parola chiave è proprio «rilevanti». Con le nuove regole, il legislatore ha deciso di abbassare drasticamente la soglia stabilendo che per arretrato rilevante si intende un ammontare superiore a 500 euro (CINQUECENTO EURO!!) (relativo a uno o più finanziamenti) che rappresenti più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca. Una cifra davvero irrisoria che potrebbe rappresentare da domani lo spartiacque per la sopravvivenza di una impresa. Non solo, ma la cosa più folle e demenziale di questo regolamento è che ad essere coinvolte in questo perverso meccanismo saranno anche le persone fisiche con esposizioni nei confronti della stessa banca di ammontare complessivamente inferiore a un milione di euro, in questo caso, l’importo dei 500 euro verrà ridotto addirittura ad appena 100 euro. La classificazione dell’impresa in stato di default, anche in relazione ad un solo finanziamento, comporta quindi il passaggio in default di tutte le sue esposizioni nei confronti della banca.

Le imprese dovranno quindi conoscere le nuove regole e rispettare con puntualità assoluta le scadenze di pagamento previste contrattualmente, per non risultare in arretrato nel rimborso dei propri debiti verso le banche anche per importi di modesta entità, infatti da gennaio, le banche definiranno come inadempiente

colui che presenta un arretrato consecutivo da oltre 90 giorni, il cui importo risulti superiore sia ai 100 euro sia all’1% del totale delle esposizioni verso il gruppo bancario. Se dovesse poi, superare entrambe le soglie, scatterà la segnalazione presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia che, automaticamente, bollinerà l’imprenditore come cattivo pagatore, impedendogli così di poter disporre per un determinato periodo di tempo dell’aiuto di qualsiasi istituto di credito.

Ovviamente anche noi, nel nostro piccolo ci associamo al coro d’allarme della Confindustria, della Confesercenti, della CNA e di tutte le categorie produttive, affinché il governo esamini immediatamente questo dossier al fine di consentire la sopravvivenza delle piccole e medie imprese, che da sempre sono il motore propulsore dell’economia di questo paese.

Pubblichiamo di seguito una tabella riassuntiva prodotta dall’A.b.I.

Qui di seguito, potrete inoltre scaricare il regolamento dell'unione europea

Staff di Redazione Palmeristudi

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