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Per gli Amministratori ed i soci delle S.R.L., non sono più dovuti i Contributi Commercianti
31.01.2021 11:31Finalmente una notizia tanto attesa da parte degli Amministratori e dei Soci delle Società, che ristabilisce un criterio di giustizia ed equità, che l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, troppo spesso ed in modo totalmente arbitrario, aveva cercato di contrastare, cosa che ha innescato un contenzioso negli anni, che ha visto spesso e volentieri soccombente lo stesso istituto.
Adesso abbiamo una pronuncia inequivocabile della Suprema Corte sull’annosa questione. L’iter legislativo e la relativa produzione di contenzioso e interpretazioni relativi alla tematica sono difficili da riassumere ma, l’INPS ha sempre sostenuto che il principio dell’alternatività della contribuzione, in base alla prevalenza, è limitata alle gestioni dipendenti, commercianti, artigiani, coltivatori diretti; imponendo la doppia iscrizione a coloro che svolgono, contestualmente, una seconda attività soggetta a gestione separata. Uno dei casi tipici, ad esempio, è il lavoratore dipendente che esercita anche una attività di consulente, che sarà obbligato alla doppia contribuzione, oppure l’amministratore (socio) iscritto alla gestione separata, che percepisce un compenso e su quel compenso paga anche i contributi.
Il 27 gennaio 2021 con l’ordinanza numero 1759, La Corte di Cassazione, sezione civile, interviene sulla questione della doppia posizione contributiva per coloro che sono, al contempo, soci e amministratori di Società a responsabilità limitata, obbligati, da oltre dieci anni, al versamento dei contributi commercianti (per il reddito d’impresa prodotto dalla società) e dei contributi dovuti alla gestione separata (per l’eventuale retribuzione come amministratore).
L’ordinanza non esclude la possibilità della doppia iscrizione, che permane, ma detta un principio ben più importante: le mansioni intellettuali svolte dall’amministratore di una Società a responsabilità limitata non presentano, da sole, le caratteristiche necessarie per poter iscrivere il socio che svolge questo incarico alla gestione commercianti. Viene quindi esclusa l’automatica doppia iscrizione alle due gestioni per chi, essendo socio lavoratore della SRL ne ricopra anche la carica di Amministratore
Questa vecchia “quaestio” deriva e si trascina dalla norma di interpretazione autentica (quindi con efficacia retroattiva) contenuta nel comma 11 dell’articolo 12 del DL 78/2010, come convertito dalla Legge 12/2010, che stabiliva il principio generale in base al quale “le attività autonome, per le quali opera il principio di assoggettamento all'assicurazione prevista per l'attività prevalente, sono quelle esercitate in forma d'impresa dai commercianti, dagli artigiani e dai coltivatori diretti, i quali vengono iscritti in una delle corrispondenti gestioni dell'INPS”, restando esclusi i rapporti di lavoro per i quali è prevista l’iscrizione alla gestione separata.
Conseguentemente si è verificato che coloro che sono, al contempo, soci e amministratori di Società a responsabilità limitata, sono stati soggetti alla gestione commercianti per l’attività espletata nell’impresa come socio-amministratore, produttrice di redditi di impresa, ed alla gestione separata per il reddito percepito per l’incarico. Un’anomalia del tutto italiana, che porta all’assurdo del ragionamento operato dall’I.N.P.S. (solo ed esclusivamente per una mera questione di cassa) cioè che sia la medesima attività di amministratore a giustificare due diversi obblighi contributivi.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza recente, interviene adesso con una interpretazione decisa che non lascia spazio ad equivoci: non viene messo in discussione il principio della doppia contribuzione, essendo previsto dalla Legge, ma si discute l’interpretazione che di questa ha dato la prassi, ritenendo che “il facere che avrebbe giustificato una doppia iscrizione avrebbe dovuto essere diverso e distinto da quello di amministratore, e che nella specie lo svolgere attività di supervisione, fungere da referente per i clienti e fornitori o l'avere assunto un dipendente rientravano tutte nelle competenze dell'amministratore”, che “lo svolgimento della sola attività di amministratore, senza alcuna partecipazione diretta all'attività materiale ed esecutiva dell'azienda” non può essere sufficiente a giustificare l’iscrizione alla posizione commercianti, e che “né, di per sé, la qualifica di socio di una società di capitali (con responsabilità limitata al capitale sottoscritto e con partecipazione alla realizzazione dello scopo sociale esclusivamente tramite il conferimento di tale capitale) può essere significativa dell'esercizio di diretta attività commerciale nell'azienda”.
Sostanzialmente quindi, l’ordinanza 1759 del 27 gennaio 2021, stabilisce che l’attività intellettuale di direzione e coordinamento svolta dall’amministratore di società di capitali, se retribuita, è soggetta a contribuzione separata (nei limiti del corrispettivo percepito) e che questo incarico, da solo, non ha i requisiti necessari per far sì che lo stesso venga inquadrato anche nella gestione commercianti, e che, in ogni caso, tale iscrizione è esclusa per coloro che sono solo soci di capitale.
Graverà sull’INPS (che immaginiamo sarà battagliera, considerata la mole di contribuzione che verrà a perdere) l’onere di dimostrare la “partecipazione diretta all'attività materiale ed esecutiva dell'azienda” se vorrà iscrivere il socio-amministratore di Società a responsabilità limitata alla gestione commercianti (di presumibile dimostrazione solo nel caso in cui l’azienda eserciti una attività d’impresa senza dipendenti o collaboratori), dovendosi escludere, grazie all’ordinanza in questione, la possibilità di una iscrizione d’ufficio per il solo fatto di ricoprire entrambe le posizioni di socio e amministratore, come invece finora avvenuto.
Sicuramente aumenterà il contenzioso, fin quando l’Istituto non si renderà conto della sua assurda pretesa che per anni ha costituito un costo notevole per le società, ma finalmente si è messo il punto su una situazione totalmente ridicola ed assurda, che non ha pari negli altri stati europei.
Staff di Redazione Palmeristudi
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