Palmeri-Studi...insieme facciamo crescere la tua azienda


Quale Fisco per una Riforma equa ed efficace?

16.05.2021 12:50

Oggi vogliamo occuparci del sistema di tassazione del nostro paese e su che tipo di riforma sia necessaria per rilanciare il sistema fiscale del nostro paese.


Per il nostro approfondimento di oggi, prendiamo spunto da due articoli pubblicati nei giorni scorsi su autorevoli quotidiani di economia del nostro paese, Italia Oggi ed il Sole 24.

Ora a parte il fatto che si comprenda che le casse dell’erario non versano in buone condizioni, stupisce non poco l’intento dell’agenzia delle entrate di voler recuperare 14 miliardi da piccole imprese e professionisti, ridotte sul lastrico da un anno di politiche anti-Covid totalmente disastrose, fiaccate da un anno di chiusure e riaperture ad intermittenza, senza sostegni adeguati e soprattutto con incassi calati e decimati, guarda tu, proprio in favore di quelle multinazionali legittimate a non pagare le tasse in questo paese.

Cioè in questo momento di fragilità economica, si pensa a recuperare miliardi di tasse non pagate, quando a rigor di logica ci si dovrebbe concentrare su di un’altra strada e cioè quella suggerita dalla Cgia di Mestre: di tutelare nel breve termine le piccole e medie imprese. «È necessario “imporre” l’azzeramento delle tasse erariali, consentendo alle partite Iva e alle PMI di risparmiare quest’anno attorno 28 miliardi di euro», ipotizzando per esempio di eliminare quest’anno Irpef, Ires e Imu sui capannoni per le aziende con un fatturato 2019 al di sotto del milione di euro.

Non bisogna dimenticare, come accade di solito, è che il sistema delle imprese il primo motore dell’economia e della creazione di posti di lavoro, distruggi quello ed avrai distrutto il tessuto economico del paese.

Da un’analisi fatta da diversi centri studi, risulta che con l’alta spesa per ristori, solo 1 su 5 dei beneficiari ha pareggiato le perdite, mentre 4 su 5 hanno avuto poco o niente Hanno chiuso i battenti o sono insolventi o troppo indebitati con l’erario, con l’Inps, con il Comune per i tributi locali, con le imprese di pubblica utilità, con banche, assicurazioni, parenti e con usurai.

Conseguentemente i nuovi poveri sono aumentati. I più colpiti sono: donne, giovani, lavoratori del commercio, del turismo, autonomi e PMI. E a questi soggetti si deve mirare per restaurare un’economia libera ed evitare la distruzione del ceto medio. Non bisogna di certo accanirsi con la mannaia del fisco.

Per mantenere e rimettere sul mercato quelle 4 persone e imprese su 5 che hanno avuto solo spiccioli, hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo occorrono innanzitutto la rottamazione delle cartelle esattoriali ed un ampio condono fiscale. Essi, inoltre, daranno un provento che può servire per gli indennizzi sui costi fissi che ho elencato alle imprese che hanno chiuso i battenti o stanno per farlo.

Ma quindi cosa bisognerebbe fare in questo momento per recuperare il rapporto con il fisco, ma soprattutto per rilanciare le piccole e medie imprese, tessuto portante del nostro sistema economico?

Secondo il nostro parere, condiviso anche da diversi economisti, occorrerebbero pochi, decisi e mirati interventi:

  1. restaurare la legge Biagi sul lavoro autonomo, ampliandola al lavoro da remoto;
  2. ristabilire l’esonero fiscale per il lavoro occasionale;
  3. dare la flat tax ai contratti di produttività;
  4. pagare l’asilo nido e quello di infanzia, per chi lavora.

Inoltre, sempre secondo il nostro avviso, è importante continuare a mantenere:

  1. i forfait per le partite Iva minori;
  2. le cedolari secche per il risparmio;
  3. quelle per gli immobili residenziali;
  4. abolire l’imposta di registro per chi conferisce immobili personali a proprie srl e società azionarie, per detrarre costi di manutenzioni e investimento.

Così facendo, si darebbe una mano all’ emersione dell’economia in nero, all’aumento dell’occupazione, in considerazione anche del fatto che ultimamente, complice il reddito di cittadinanza, sono sempre più i giovani che preferiscono non lavorare o lavorare in nero, si toglierebbero inoltre gli ostacoli agli scambi, facendo crescere l’utilizzo del capitale fisico, e conseguentemente il rendimento di quello umano, tutti stanno meglio e anche il fisco tornerebbe sicuramente a guadagnarci, diventando più equo, non risultando più inviso ai cittadini e comunque ritornerebbe a guadagnarci qualcosa, piuttosto che continuare nel solito modo, con la sicurezza di venire ancora odiato dal cittadino e con il rischio, alla fine di non recuperare un euro, malgrado la propria azione coercitiva.

Staff di Redazione Palmeristudi

  (Riproduzione ©riservata)

—————

Indietro